Cultura

A quando la città delle botteghe artigiane?

Un artigiano al lavoro

Un artigiano al lavoro

Il meeting dal 5 al 9 giugno 2019, che porterà a Fabriano delegazioni da ogni parte del mondo, è un invito per tirare a lucido la città. Un biglietto da visita sotto l’egida dell’Unesco che consentirà di avere i riflettori puntati addosso. Si tratta di una kermesse che metterà in mostra, presumibilmente, i prodotti specifici di ogni città, un valore aggiunto, materiale e non materiale, in una rete che diventa filiera. Una ghiotta occasione per baristi, ristoratori e albergatori, dunque, ma anche la possibilità di valorizzare i nostri artigiani, visto che Fabriano è stata nominata città detentrice di arti e mestieri antichi. La contraddizione è che di queste arti e di questi mestieri antichi non se ne vede l’ombra. Se si eccettua qualche caso, ma si conta sulle dita di una mano, i dati offerti dalla Cna sono impietosi: chiudono moltissime attività artigianali e il saldo è nettamente negativo, rispetto alle aperture, con il contagocce, di nuove imprese. Si ha l’impressione, stando ai movimenti in corso, che il Comune di Fabriano, la Fondazione Carifac e la Fondazione Merloni abbiano preso in mano la situazione al fine di avviare questa fase preparatoria che condurrà al meeting, tanto che la sede locale dell’Unesco è ubicata nel palazzo della Fondazione Carifac. Abbiamo bisogno di progettualità condivisa, di una Fabriano partecipativa, dinamica, solidale. La rete Unesco, su scala internazionale, può partire da qui, perché la nostra realtà faccia la sua parte. Lo sviluppo culturale e turistico si innesta nella messa insieme di interventi per costruire la “Città Ideale”, che dal Rinascimento urbinate del Quattrocento arrivi al 2019, al terzo millennio fabrianese. Dunque un progetto a largo respiro che fornirà gli strumenti per ripensare la città. Saranno realizzati sette padiglioni gestiti da Fabriano e dalle città creative Unesco italiane: Bologna, Torino, Parma, Roma, Milano, Pesaro e Alba. All’interno dei padiglioni si discuteranno i temi dell’annual meeting e si terranno gli eventi culturali. Il tema principale sarà declinato in tre sotto aree: nuovo saper fare; la città anti-fragile che resiste e migliora; la valutazione degli impatti delle imprese culturali nello sviluppo locale. Ci sarà anche un ottavo padiglione che racchiude il mandato da ambasciatrice Unesco di Francesca Merloni con obiettivo onorevole: aiutare le città vittime di disastri naturali o guerre. I padiglioni, molto probabilmente, saranno allocati nel cuore del centro storico e rimarranno per quattro mesi in modo tale da rafforzare il potenziale turistico. Speriamo che i talenti locali emergano, che vengano ascoltati dal comune e dalle due fondazioni, che sappiano proporsi in un clima di ricettività non fittizia. Ideare un lavoro partendo dalle auspicate botteghe, perché i 700 delegati vedano cosa sa fare il comprensorio marchigiano, l’entroterra. Offrire, non solo accogliere. Essere protagonisti, non comprimari.