Cultura

L'incoscienza informatica e il paladino della morale

I social network e il principio di autoaffermazione

I social network e il principio di autoaffermazione

Attenzione al solipsismo, dicevamo la settimana scorsa. Ripartiamo da qui. Attenzione a non diventare una massa di solitari che si affaccendano, specie tramite i social network, a fare della politica spicciola guardando la pagliuzza nell'occhio dell'altro per pura convenienza, per mantenere una posizione di rendita. Attenzione a non confondere gli egoismi con il bene cittadino. Non è una delibera di Giunta che può fare la differenza, un atto burocratico rispetto ad una visione d’insieme che penalizza Fabriano e il comprensorio, data la crisi irreversibile, finora, protratta dal 2008 (dieci anni sono davvero molti). Attenzione a non confondere il principio di autoaffermazione sancito da Facebook, con un interesse reale dei fabrianesi. Raccolgo la provocazione di un lettore che scrive queste parole, a chiare note: “A Fabriano resiste, a mio avviso, una mentalità troppo diffusa. Qualcuno che ci tira fuori dalla cacca prima o poi arriva, come è successo per decenni. Se la città vuole fare uno scatto in avanti, deve dire a voce alta che, non una pagina, bensì un libro della sua storia è stato ormai scritto”. Sì, ma il dopo, cioè il presente immediato e il futuro prossimo? Si costruisce con la polemica interrogativa o con un progetto condivisibile? Cosa fanno in merito i consiglieri comunali? Si azzuffano tra loro o avallano proposte? E il mondo imprenditoriale, chi lo ascolta? C’è ancora un substrato che può dire la sua? C’è ancora chi ha bisogno di essere sostenuto perché proprietario di un’azienda con necessità da mettere sul banco di prova? Le categorie, chi le prende in considerazione? Hanno un peso le lamentele della ConfCommercio e della ConfArtigianato, le osservazioni, le richieste, i consigli? Torno ai social: leggo spesso attacchi feroci, altri totalmente strumentali, altri ancora insensati, inutili. Il dialogo sfocia spesso in acredine, finché non si passa ad un post successivo che smorza la tensione. Su Facebook le persone che insultano si presentano come dei paladini di una morale o di una giustizia popolare. Si arrogano il diritto di apostrofare in tutti i modi. Oppure abbandonano ogni giustizialismo e attaccano a testa bassa con volgarità. Sono dei cicloni. Combattono. Rispondono. Lo faceva notare tempo fa Selvaggia Lucarelli. L’incoscienza informatica non produce mai un effetto positivo. Attenzione, dunque, indipendentemente da come la si pensi: salviani, grillini, renziani, martiniani, ideologici di destra o di sinistra, moderati. Chiediamoci: a cosa porta ciò che dico pubblicamente? A soddisfare il mio ego o a tracciare un principio di verità che valga per tutti?