Chiesa

Una veglia di preghiera a Regina Pacis

Venerdì 26 maggio, c’è stata nella chiesa Regina Pacis a Matelica una veglia di preghiera, organizzata dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali, in preparazione al diaconato dei due seminaristi Fredy Joel Lara Ramirez e Rony Eduardo Caal Xol, e in preparazione alla festa di Pentecoste. A presieduto la veglia il parroco don Ruben Bisognin, mentre l’animazione musicale è stata curata dall’Azione Cattolica, dall’Agesci e dai Templari Cattolici. Durante la veglia sono state messe in luce le varie funzioni che il diacono ha nella Chiesa: essere servo dell’altare, proclamatore del Vangelo, voce dei bisognosi, suscitatore di preghiera e dispensatore del calice della salvezza. La veglia è iniziata al buio con il suggestivo lucernario: un rappresentante per ogni associazione laicale ha portato all’altare una candela accesa mentre si invocava lo Spirito Santo. La prima parte della veglia è stata animata dai templari e dall’Agesci. Dopo aver letto il brano evangelico della pesca miracolosa (Lc 5, 1-11), c’è stata una riflessione sul significato delle promesse diaconali, confrontandole con quelle che fanno i Templari e gli Scout all’inizio del loro cammino. Fredy ed Eduardo prometteranno di servire in obbedienza e fedeltà la Chiesa, il vescovo e il loro superiore, con umiltà e carità, impegnandosi a conformare sempre più la loro vita a Cristo. Anche le promesse dei Templari e degli Scout hanno come filo conduttore l’amore per Cristo e il servizio verso gli altri. I templari fanno la loro promessa richiamando quello che facevano i cavalieri cristiani nell’antichità: promettono di modellare la loro vita agli insegnamenti della Chiesa sulle orme del Cristo, primo cavaliere e di servire e difendere la patria, di essere testimoni della fede, di essere a servizio della comunità cristiana e dei suoi ministri, di difendere i deboli e di preservare il creato per la gloria di Dio. Anche i ragazzi mentre pronunciano la promessa Scout rispondono alla chiamata, come ha fatto Simone, pronti per fare il proprio meglio per servire gli altri, seguendo l’insegnamento di Gesù. Il fondatore dello Scoutismo, il generale Robert Baden – Powell (1957- 1941), diceva infatti che “la fedeltà più alta è quella verso Dio, che possiamo manifestare mantenendo la promessa Scout, e dimostrare, compiendo i nostri doveri verso la religione a cui apparteniamo...la vera felicità è fare la felicità degli altri”. La promessa infatti sprona il ragazzo ad avere un atteggiamento positivo ed attivo, a fare qualcosa, non solo ad affidarsi alla bontà di Dio, ma anche a fare la sua volontà amando il prossimo. Al termine i Templari hanno portato ai piedi dell’altare il loro segno associativo, la croce, simbolo di sacrificio, speranza ed amore, mentre gli Scout il fazzolettone, simbolo del servizio all’uomo. Il secondo momento, dedicato al servizio alla Parola del diacono, è stato animato dall’AF Papa Giovanni XXXIII, dal cammino Cl, dall’Aimc e dai Focolarini. Mentre veniva letto il brano di Isaia (Isaia 6), l’evangeliario è stato portato processionalmente ai piedi dell’altare. Subito dopo attraverso un discorso dialogico, abbiamo potuto risentire le parole di Isaia, comprendendo lo stupore misto al timore, insito nel suo cuore, come in quello di ogni uomo che, consapevole delle sue fragilità, si sente chiamato da Dio ad essere profeta e annunciatore della sua Parola. Ad un certo punto però, Isaia supera le sue perplessità e dopo l’intervento divino, risponde all’invito dicendo: “Eccomi Signore manda me!”. A seguire è stata letta la preghiera di Giovanni Paolo II, per chiedere a Dio di mandare nuovi diaconi al servizio della Chiesa e abbiamo invocato l’intercessione di Maria, affinché ci insegni ad accogliere, a pregare e ad annunciare la Parola di Dio. Il terzo momento, dedicato al servizio alla carità proprio del diacono, è stato animato dall’Avulss, dall’Unitalsi, dal Terz’Ordine Francescano e dal Gruppo di Preghiera di Padre Pio. Nel brano del vangelo letto (Gv 4, 5-14), Gesù incontra la samaritana al pozzo e le chiede da bere. Successivamente vengono lette le parole di una missionaria laica, martire della carità in Africa, Annalena Tonielli (1943-2003), che ci fa vedere come sia importante il servizio dato ai bisognosi, qualunque essi siano. Essa nei suoi scritti dice: “Gesù non ha parlato di risultati, lui ci ha detto di amarci, di lavarci i piedi e di perdonarci sempre. I poveri attendono e Dio ha bisogno di mani per servirlo, ... solo che lo vogliamo possiamo essere quelle mani… è donandoci che aiutiamo gli uomini e noi stessi a fiorire”. Sin da bambina sentì, quasi la sete, di mettersi al servizio delle persone più bisognose. Ma come e dove si alimenta questo desiderio, questa forza di aiutare gli altri, quelli più bisognosi? Si alimenta nell’incontro con il Signore, in particolare nella Santa Eucarestia, come si evince dalla lettura di una lettera di Padre Pio (1887-1968), il quale diceva: “ho tale fame e sete prima di riceverlo che poco manca che muoio di affanno”. Gesù Eucarestia è per lui l’amante, il consolatore e il difensore. La presenza dell’Eucarestia è per Padre Pio fonte di serenità e di equilibrio. Ad un certo punto però si percepisce un cambiamento, Gesù chiede a Padre Pio di essere consolato e coinvolge Padre Pio nel suo amore e nella sua immolazione per l’umanità. Infine noi del RnS insieme al CaV, abbiamo animato il quarto momento della veglia, incentrato sul servizio liturgico del diacono. Nel brano degli atti degli apostoli (At 6,1-8) che abbiamo letto e commentato, Luca parla dell’istituzione del ministero del diaconato ad opera della Chiesa nascente. Vengono scelti per questo incarico sette uomini di buona reputazione, ripieni di fede, sapienza e Spirito Santo, come Stefano e Filippo. Tra le varie funzioni liturgiche che il diacono ha oggi, le principali sono quelle di preparare la mensa e il sacrificio, e dare il corpo e il sangue del Signore alla comunità dei credenti. Dal modo come lui serve la liturgia possiamo comprendere come lui deve servire la Chiesa. La presenza del diacono all’altare della Parola e del Pane è dunque una presenza che rimanda alle meraviglie della “diaconia” di Cristo Servo che si china qui ed ora sulla nostra storia. Il diacono infine può, se delegato, celebrare il battesimo è per questo che sono stati portati all’altare due segni distintivi del diaconato, la stola che deve sempre indossare il diacono e la veste bianca, simbolo della nascita a nuova vita, che riceviamo nel sacramento del battesimo. Abbiamo concluso il nostro momento con l’invocazione dello Spirito Santo e dei suoi sette doni, attraverso le parole tratte dalla Coroncina della Beata Elena Guerra (1835- 1814), l’apostola dello Spirito Santo, affinché il Paraclito confermi ed aiuti Fredy e Eduardo nel loro ministero diaconale, e aiuti noi tutti, laici credenti in Cristo, ad esercitare il triplice munus sacerdotale, regale e profetico ricevuto nel Battesimo. Quasi al termine della veglia Eduardo e Fredy, ci hanno raccontato come è maturata la loro vocazione, al sacerdozio e al servizio di Cristo nella Fraternità Missionaria di Cristo Crocifisso. Eduardo ci ha raccontato che è rimasto molto colpito dalla figura del prete sin da ragazzo e poi piano piano si è sentito interpellato dalle parole di Gesù riportate dall’evangelista Matteo, quando dice che: “La messe è molta ma gli operai sono pochi, pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!”. Fredy invece si è sentito amato e chiamato dal Signore quando aveva toccato il punto più basso, come nella parabola del figliol prodigo e ha poi deciso di lasciare tutto per seguire Gesù. La veglia si è conclusa in adorazione davanti a Gesù Eucarestia, aiutati dall’animazione dell’Aler. Al termine don Ruben ci ha benedetti e salutati. E’ stato bello poter collaborare ancora una volta, per animare tutti insieme la veglia, nel segno della comunione e dell’unità, crescendo nell’amicizia e nella conoscenza reciproca. Lo Spirito Santo aiuti tutti noi in questo tempo di Pentecoste, attraverso i suoi innumerevoli doni a realizzare in pienezza la nostra vocazione cristiana, così da poter vivere anche noi la beatitudine dei santi, stelle luminose che rischiarano il nostro cammino verso Cristo, luce del mondo!

Barbara Mammoli