Chiesa

Il Patrono, un precursore

Solennità di S. Giovanni Battista, patrono della Diocesi sotto il maltempo, lunedì 24 giugno, coincidendo, come sempre, con l’ultimo giorno del Palio e della sfida del Maglio. Sempre partecipata la concelebrazione eucaristica delle ore 18 sarà presieduta da Mons. Nazzareno Marconi, Vescovo della Diocesi di Macerata e presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana alla presenza del Vescovo Mons. Francesco Massara e del Vescovo emerito Mons. Giancarlo Vecerrica. Il canto liturgico è stato animato dal gruppo corale S. Cecilia di Fabriano, cappella musicale della Cattedrale di S. Venanzio. Al termine della celebrazione niente processione, causa pioggia, ma un canto del corpo bandistico “Città di Fabriano” ed una preghiera al Santo patrono recitata dal Vescovo Marconi con Massara e Vecerrica davanti alla statua di S. Giovanni Battista.

Omelia di Mons. Nazzareno Marconi

La festa di S. Giovanni Battista vostro patrono ci offre l’occasione di riflettere sulla fede ed anche di superare una visione oggi molto diffusa, ma tutt’altro che corretta. Oggi nell’opinione comune la fede è spesso presentata come una cosa privata, intima, legata più alla realtà delle emozioni che della ragione, qualcosa di individuale dove le relazioni ed i fatti concreti della vita entrano poco. Questa fede individualista e liquida è molto diversa da ciò che ci propone il Vangelo e la testimonianza di Giovanni Battista. Dobbiamo a lui, racconta il Vangelo, i primi passi della fede degli apostoli e dei primi cristiani. Tanto che viene chiamato “il Precursore”. Quando nel mondo antico giungeva in città la visita di un personaggio importante c’era un pre-cursor che correva avanti al corteo, per annunciare e preparare la gente all’incontro con chi stava arrivando. La fede è quell’incontro di ognuno di noi e di tutto il popolo cristiano con il Signore Gesù che da significato ed orientamento nuovo al nostro vivere nel mondo. Nella fede, ci insegna Giovanni il Precursore, abbiamo bisogno di qualcuno che ci faciliti l’incontro. “Nessun uomo è un’isola” e non si incontra davvero Cristo senza un Giovanni Battista che ci indichi la via. Nel vangelo Giovanni facilitava l’incontro della fede con due azioni molto specifiche. La prima era il battesimo. Un segno concreto, un’esperienza che tocca il cuore ed il corpo, che si vive insieme ad altri e che ci prepara all’incontro con Dio. Questo è ciò che oggi fanno i Sacramenti della Chiesa. I sette segni con cui la vita ci indica Dio vicino, a partire da questo incontro settimanale con l’Eucarestia e la Parola che chiamiamo: la Messa. Per vivere la Messa serve la fede, almeno un po' di desiderio di averla la fede, ma come per ogni sacramento, pensate alla confessione, essa è anche una sorgente di fede, un aiuto concreto e vero che fa sbocciare e crescere la fede. I sacramenti nascono da un piccolo seme di fede, ma sono loro che lo fanno germogliare e crescere. Per questo è sbagliato dire: «Andrò alla Messa quando avrò fede». Sarebbe come dire: «Guarderò una partita quando sarò un tifoso ed un esperto di calcio». A nessuno di noi è successo così: un amico ci ha portati allo stadio quando ne capivamo poco o niente e questo ci ha preso, abbiamo cominciato a capire e sentire e siamo diventati tifosi. Quell’amico è stato il nostro Giovanni Battista del calcio. E chi è stato il tuo Giovanni Battista della fede? Se sei qui a celebrare con tutti noi è grazie a lui. Ti ha fatto un dono. E tu sei mai stato il Giovanni Battista della fede di qualcuno? Ti assicuro che è una grande cosa! San Giovanni, oltre al battesimo ha fatto crescere la fede dei suoi discepoli con un’altra cosa concreta e preziosa: l’esempio. Lui per primo ha accolto Gesù nella sua vita, lo ha riconosciuto come Salvatore e gli è stato fedele fino alla morte. Essere un testimone della fede è impegnativo, ma è molto prezioso. Nessuno prende sul serio la fede finché non si incontra ed a volte si scontra, con un Giovanni che crede davvero. Se sei qui, ci sono tanti piccoli e grandi testimoni che ti hanno dato un pezzo della loro fede. È il momento di prenderne coscienza e di ringraziarli di cuore. In questo mondo così virtuale e di plastica, la fede è ancora un prodotto genuino ed artigianale. Solo chi è vero può comunicarla, solo chi è generoso può donarla senza interesse. Oggi, da una generazione all’altra la fede fatica a passare. Vengono al Signore i nonni, ma non i nipoti. Ci servono dei Giovanni Battista. Non ci servono intellettuali astratti che parlino in generale di fede, non ci servono pubblicitari che cerchino di confezionare la fede di oggi secondo i gusti del pubblico, ma ci servono dei Giovanni Battista. Serve gente vera e concreta, con i piedi per terra, che hanno incontrato il Signore e con semplicità ne indicano il volto quando passa nella nostra vita. Ed il Signore, stanne certo, ti passa tante volte accanto nei giorni belli e brutti della tua vita. Il mio augurio di oggi è: che tu non chiuda mai gli occhi e che possa trovare un amico, un Giovanni Battista, un Precursore, che ti faciliti questo incontro con Dio che è così prezioso.