Dialogo

Carta, Festival tramontato?

Come ormai molti sanno l’Assemblea legislativa della Regione Marche ha approvato il 23 febbraio 2021 una legge che all’art. 4 così prescrive: “La Regione istituisce il Premio internazionale della Filigrana e promuove la realizzazione di un Festival della Carta, quali efficaci strumenti di sostegno e divulgazione del saper fare di Fabriano e delle Marche, in Italia e all’estero”, e per realizzare questo evento l’Ente regionale ha stabilito la concessione di contributi direttamente al Comune come previsto dall’art. 3, II comma, lettera e) della stessa legge. Contributi da doversi rinvenire nelle leggi di bilancio regionale con l’auspicio che non siano meramente simbolici. Sono grato a lei e, conseguentemente al suo giornale, perché ha sempre creduto in questa idea che in data 31.10.2017 era stata anche depositata nel Consiglio comunale di Fabriano richiedendo la votazione favorevole “sulla istituzione in Città del Festival della Carta”. Proposta purtroppo bocciata dalla attuale maggioranza politica in Consiglio comunale a Fabriano. Così come è stata respinta l’interpellanza depositata il 14.05.2019 con la quale veniva richiesta l’installazione di cartelli all’ingresso in città con la dicitura “Fabriano città della carta e della filigrana”. La ringrazio perché “L’Azione” ha ospitato questa idea già nel numero del 12.01.2018 con il quale veniva riportato un articolo dal titolo “Rendere la città più attraente, il festival della carta potrebbe dare una vetrina mondiale unendo varie discipline”. A questa idea hanno lavorato diversi giovani i quali nel silenzio e, pertanto, senza alcun tornaconto nemmeno di immagine, avevano prima della pandemia messo in sinergia i diversi operatori del settore. La carta è quel prodotto talmente anacronistico che, in ragione proprio della suo essere in contrasto con le esigenze o le caratteristiche del proprio tempo, è inimitabile dalla globalizzazione dell’indifferenza di oggi e, per l’effetto, non sostituibile. Un evento del genere è in perfetta linea di continuità anche con il recente riconoscimento di Fabriano quale Città Creativa Unesco e, pur non rappresentando la panacea di tutti mali, potrebbe essere un elemento di linfa: - per valorizzare oltremodo il Museo della Carta e della Filigrana e l’archivio storico delle Cartiere; - per incentivare il turismo in città e per far nascere botteghe e nuove attività di produzione della carta; - per mettere in sinergia gli altri eventi cittadini legati alle radici e al saper fare di Fabriano, mi riferisco al Palio di San Giovanni Battista e a Fabriano Acquarello; - per legare indissolubilmente la carta a Fabriano, per unire ancora di più la Cartiera Miliani alla nostra città. Fabriano nel mondo è un foglio di carta e questo aspetto deve essere davvero valorizzato. In un recente saggio “L’ingranaggio del potere” viene analizzata la relazione tra i tecnici ed i politici: i primi rappresentano un ordine dedito ad una rivoluzione silenziosa legata al lavoro, mentre i secondi un ordine attento al consenso. L’ottimo, a mio avviso, è rappresentato dal connubio di queste classi. Una nota stonata verso i politici di governo non posso non riportarla, ossia la mancanza di educazione istituzionale nel non aver mai dato atto che questa idea ha avuto un percorso fatto soprattutto da giovani attenti al loro lavoro tecnico e con il cuore proiettato al bene comune della nostra comunità. Per questo spero, anche se il manuale Cencelli invece suggerisce tutt’altro, che questa idea venga valorizzata per l’interesse della città di Fabriano e non per valorizzare le ambizioni personali. Sono certo che su questa idea tante persone vorranno partecipare con l’intento principe di contribuire per il bene di Fabriano, Città della Carta e della Filigrana con il suo Festival a lei dedicato quando questa pandemia sarà finalmente terminata.

Andrea Giombi