Chiesa

Una tradizione che si rinnova

La processione in piazza del Comune

La processione in piazza del Comune

Cattedrale di Fabriano gremita, l’8 settembre scorso, per la festa della Madonna del Buon Gesù. Una tradizione a cui la città è legata da secoli, come segno di protezione e di affidamento. Una Novena guidata dal cappuccino Fabio Furiasse (sul tema della santità), poi la celebrazione solenne con il Vescovo Stefano Russo ed animata dalla corale Marinelli, quindi la processione per le vie del centro e l’atto di consacrazione a Maria, sul sagrato di San Venanzio. Nel corso dell’omelia il presule ha ricordato come “la solennità della Madonna del Buon Gesù è l’occasione propizia per riattivarci in Cristo come comunità cristiana. Non possiamo negare, e la vostra presenza così numerosa ne è una conferma, che a Maria ci sentiamo particolarmente legati, siamo irrimediabilmente attratti da lei. E’ per noi un punto di riferimento fondamentale”. “Anche se per noi quella della santità può apparire una meta lontana e di difficile raggiungimento – ha proseguito don Stefano - non possiamo non ricordarci che è la nostra comune chiamata. Ecco la cosa che più di ogni altra ci assimila a Maria e ci accomuna fra noi: la santità. E’ una meta che possiamo raggiungere si attraverso un cammino ma è soprattutto dono che viene dal Signore, un dono che Maria ci insegna ad accogliere. E nel momento in cui creiamo le condizioni di questa accoglienza, siamo santi. Non c’è quindi persona che in qualche modo possa essere esclusa da questo progetto d’amore del Signore. Ce lo conferma la parola che abbiamo appena accolto riguardante la genealogia del nostro Signore Gesù Cristo. Guardando al “Santo”, al salvatore del mondo che viene sulla terra – spiega mons. Russo - verrebbe banalmente da pensare che i suoi avi fossero di una categoria speciale, particolarmente capace di vivere rettamente la propria vita. Sappiamo bene che non è così. Fra quelle troviamo persone capaci di gesti straordinari di generosità e altre che si sono contraddistinte per azioni violente e per nulla edificanti”. Il vescovo evidenzia anche la fragilità dell’uomo che non deve, però, lasciarsi scoraggiare dagli eventi perchè “il fatto che siamo limitati, che spesso sperimentiamo il fallimento, che non riusciamo a fare il bene che il Signore ci chiede, non ci esclude da una storia di salvezza nella quale Lui ci ha inseriti”. Poi il riferimento all’attività in diocesi. “C’è un altro aspetto di Maria che ce l’avvicina. Mi è capitato in questi mesi estivi di andare a celebrare l’eucaristia in diverse località della nostra Diocesi dove si teneva la festa del santo patrono. In non pochi casi le vicende di questi santi sono “condite” da episodi straordinari, da accadimenti che oltre ad incuriosirci contribuiscono a caratterizzare l’immagine di santità che ci siamo fatti di loro. In genere si tratta comunque di fatti che facilmente collochiamo nella categoria “miracolo”. Se ci pensiamo bene nelle vicende legate a Maria di Nazareth riportate nel nuovo testamento non ritroviamo, particolari episodi di questo tipo. Certo lei è la madre di Gesù, colei che riceve l’annuncio straordinario dall’angelo ma nel vissuto quotidiano quello che emerge è soprattutto la sua fiducia senza condizioni nei confronti del Signore e della sua Parola, della sua volontà. Partecipa ad esempio al miracolo delle nozze di Cana non da protagonista ma come colei che dà spazio al Figlio dicendogli semplicemente “non hanno più vino” e permettendo al Figlio di intervenire. Ci accorgiamo allora che Maria può essere veramente un modello da imitare perché anche a noi è richiesta dal Signore una fiducia senza condizioni e questo può avvenire e avviene nella vita normale di ogni giorno. Non dobbiamo compiere chissà quali fatti straordinari. Si tratta di capire allora come “dargli spazio” sempre di più perché possa intervenire in modo tangibile nella nostra vita. Allo stesso tempo si tratta di individuare quegli spazi che magari senza accorgercene nel nostro vissuto si sono sostituiti al Signore portandoci lontano da Lui. Si tratta di acquisire lo stesso coraggio di Maria per permettere al Signore di fare della nostra storia un capolavoro”.