Dialogo

Acquarella: l'ordinanza della discordia

Da un punto di vista strettamente spirituale, la recente festa della Madonna dell’Acquarella, non dovrebbe essere andata troppo bene, vista la caterva di colpi che i cittadini di Albacina hanno indirizzato nei confronti dei Vigili Urbani del Comune di Cerreto d’Esi. In ogni caso, spero vivamente, che questi non arrivino a destinazione. Procediamo con ordine. Da molti decenni il Comune di Cerreto concedeva il permesso di parcheggiare sui prati sommitali dell’Acquarella in occasione della festa del 3 maggio. Lì per lì qualche fiorellino rimaneva danneggiato, ma nel giro di poco, la natura, riprendeva il sopravvento ed il prato riprendeva a fiorire: alla prova dei fatti nulla d’irreparabile. Quest’anno invece, a seguito di un “parere” dell’Ente Parco, con un’ordinanza firmata dalle Guardie Municipali, il permesso è stato negato ed un centinaio di auto hanno dovuto parcheggiare ai margini di una tortuosa strada di montagna creando un pericoloso serpentone. Fra le motivazioni addotte mi stupisce veramente che l’Ente Parco definisca la Festa dell’Acquarella “un evento straordinario”, quasi me lo fossi inventato io. Probabilmente il Comune di Cerreto non lo ha informato che le sue origini sono molto antiche e risalgono a molto prima della nascita del Parco della Rossa e di Frasassi. La festa dell’Acquarella risale anche molti secoli prima di quando sorgesse lo stesso Comune di Cerreto, quando in periodo giacobino i cerretani piantarono un “Albero della Libertà” per rivendicare la loro autonomia comunale e vigeva il famoso proverbio: “Meglio de tutti fece li cerretani, che un acino de ghianda trapiantonne, ma d’esse porci nun se ne scordanne”. I Vigili Urbani di Cerreto d’Esi, famosi per la solerzia con cui sanzionano gli sprovveduti automobilisti che imprudentemente si avventurano ad attraversare il semaforo di piazza Caraffa, con sadico zelo, dirottavano così per tutta la mattinata le macchine dei fedeli e di semplici escursionisti in direzione Caprareccia. Che in questo modo si creassero situazioni di oggettivo pericolo a persone e automezzi, è cosa lampante; ma si sa che le orchidee di campo sono più tutelate degli albacinelli. A scanso d’equivoci l’ordinanza sottolinea il fatto che “Questa amministrazione declina ogni responsabilità penali o civili per danni a persone o cose”, scaricando il problema sul sottoscritto; ed allude anche a fantomatiche autorizzazioni che io dovrei conseguire (non si capisce bene da chi) per celebrare la Messa. Ora proviamo a vedere le cose dalla parte degli albacinelli. Senza di loro oggi, quell’angolo di paradiso che si chiama Acquarella sarebbe solo un cumulo di rovine. E’ solo per il loro impegno a curarne la manutenzione che si è preservato un luogo famoso in tutto il mondo per la sua storia. Il Comune di Cerreto, il Parco o qualsiasi altro ente pubblico non ha mai contribuito alla sua esistenza se non con qualche cartello indicatore. Il Comune ed il Parco ci si fanno belli con l’Acquarella attraverso i loro depliant e siti web, quindi vogliono rendere problematica la partecipazione anche alla S. Messa in occasione della festa annuale. Chiedo troppo a questi integerrimi amministratori di considerare il fatto che esiste in Italia un drammatico problema di coesione sociale, che alcuni bambini di Albacina sono dovuti a riguardo ricorrere dallo psicologo e che se levi ad Albacina l’Acquarella hai distrutto il senso di appartenenza al paese? Dimenticavo l’Ordinanza mi è stata notificata la mattina stessa ed alcuni ex amministratori di Fabriano mi hanno detto che in questo modo non era applicabile. Cosa fare allora di questa ordinanza dei cerretani? L’unica soluzione è farla a pezzi e darla ai cani! L’ordinanza, naturalmente.

d. Leopoldo Paloni