Chiesa

Nel segno della Beata

La festa della Madonna del Buon Gesù viene sempre vista come la ripresa della Chiesa dopo le vacanze. La Chiesa, giammai, va in ferie. Ma questo forte appuntamento devozionale che coinvolge Fabriano e la sua Diocesi rappresenta qualcosa di speciale, un atto di fede, un gesto di estrema fedeltà che si perde nel tempo. Il riprendere un cammino pastorale con la comunità dopo l’estate. E anche quest’anno la Cattedrale, per la concelebrazione solenne dell’8 settembre, presieduta dal Vescovo Mons. Francesco Massara, era gremita di fedeli che hanno ascoltato le parole del predicatore Fra Sergio Lorenzini, frate cappuccino che ha guidato tutta la Novena del Buon Gesù. A differenza del programma iniziale, causa maltempo, non si è svolta la processione lungo le vie del centro cittadino, ma la Banda cittadina si è esibita lo stesso all’interno della chiesa mentre al termine della concelebrazione, il Vescovo Massara ha letto davanti alla sacra immagine l’atto di consacrazione alla Madonna, come segno di vicinanza e di protezione. “Celebrare questa Messa – ha detto il Vescovo in conclusione – significa rinnovare un amore profondo verso la Madonna. Lei è la donna che ha accolto nella sua vita la proposta di Dio, la donna dell’ascolto, della meditazione, della preghiera”. Alla presenza di numerose autorità civili (a cominciare dal sindaco Daniela Ghergo) e militari, il predicatore Fra Sergio Lorenzini ha sintetizzato il lavoro svolto durante la Novena con i continui legami tra la Madonna e Madre Costanza Panas, che sarà beatificata domenica 9 ottobre proprio qui in Cattedrale. Un cammino di santità che intercetta l’interesse e il fascino della gente perchè si passa “dall’inaccessibilità all’imitabilità”. I santi per questo ci sono maestri, proprio partendo da Madre Costanza, “la grande perduta in Dio”, la “scuola di tutte le virtù”. Il frate cappuccino ha voluto menzionare “tre follie” della prossima Beata, ovvero tre voti che hanno segnato il suo percorso: il voto di totale abbandono, una completa consegna della sua persona al Signore, il voto della sua vita per le anime: che cosa c’è di più grande che dare la vita per gli altri? E il voto del più perfetto, vale a dire non accontentarsi dell’abbastanza buono ma crescere nella coscienza del desiderio di sconfiggere la mediocrità: “Tre voti di Madre Costanza che servono per aiutarci a capire che quando la vita è animata da qualcosa di grande, viene poi spinta a trovare vie e forme per darsi totalmente”. L’atto di consacrazione finale del Vescovo recitato davanti all’effigie della Madonna posta sotto l’altare è stato il culmine di una storia di grazia che da secoli lega indissolubilmente la Madre di Dio al suo popolo fabrianese.