Dialogo

Gli Europei di un fabrianese a Londra

Massimo Marinelli allo stadio di Wembley per la finale

Massimo Marinelli allo stadio di Wembley per la finale

“Che gioia…” Immensa, difficile da descrivere, da far venire i brividi ancora e chissà per quanto tempo ancora, forse per sempre (chiamatemi pazzo ma quando mi rivedo spezzoni della finale dei Mondiali 2006 ancora mi vengono i nodi in gola e le lacrimucce agli occhi dopo l’ultimo rigore realizzato da Grosso). Non solo l’Italia non vinceva gli Europei dal 1968, ma venivamo da due finali terminate in malo modo in tempi abbastanza recenti per essere vivide nei miei ricordi, quella persa con il golden gol di Trezeguet con la Francia nel 2000, oltre a quella dove eravamo stati strapazzati dalla Spagna nel 2012 (“quella partita non si è mai giocata” dicevo io alla Chicco Lazzaretti per chi si guardava “I ragazzi della Terza C”). Eppure è tutto vero, l’Italia si è nuovamente laureata Campione d’Europa l’11 luglio 2021, a Wembley… contro l’Inghilterra… “Che gioia...” Immensa, per tutti gli italiani inclusi tutti quelli all’estero, inclusi quelli a Londra, che, come sapete, sono tanti, anche dopo la Brexit. Vivo a Londra dal 1999, con uno spezzone negli Stati Uniti tra 2004 e 2005, ma in pratica abbastanza ininterrottamente. Qui ho conosciuto mia moglie, sono nati i miei figli e, dallo scorso anno, ho anche acquisito la cittadinanza inglese. Prima della finale, perciò, spezzavo spesso la tensione con amici e colleghi inglesi o di altri paesi, dicendo che tutto sommato per me sarebbe comunque stato un successo. Non solo per via della cittadinanza, ma anche perché lavoro per un gruppo che investe in sport e media; tra le nostre proprietà abbiamo anche il Leeds United, una squadra di calcio che milita nella Premier League e dove si è formato Kalvin Phillips, centrocampista titolare della nazionale inglese. Perciò, mi dicevo, non può andare male… “Che gioia...” Immensa, aver avuto la fortuna di essere a Wembley per questa partita storica. Anche se, in mezzo ad una stragrande maggioranza di tifosi inglesi, ho dovuto festeggiare con attenzione ed ho aspettato non solo più di Donnarumma, ma anche più di chiunque era esploso a casa, attendendo che lo stadio si svuotasse un po’ e che la cerimonia di premiazione cominciasse. Molti lettori avranno letto di scene poco belle nello stadio, per fortuna io non ho avuto particolari problemi anche se mi hanno raccontato di un pessimo ambiente con troppe persone ubriache e senza biglietti a Wembley Way, l’arteria che collega la principale stazione di metropolitana di Wembley con lo stadio. Tutti noi abbiamo visto video di persone che entravano senza biglietto, magari con il benestare della sicurezza, e qualche violenza di troppo su potenziali spettatori; per questo, la Federazione Inglese ha ora annunciato una investigazione indipendente in quello che è successo, il che potrebbe costare caro in termini di potenziali eventi futuri… Peccato, perché in generale l’atmosfera pre-partita era stata sicuramente bella, con balli e canti sulle note delle varie canzoni popolari tra gli inglesi come “Sweet Caroline”, o l’immancabile “Three Lions”, più comunemente conosciuta come “It’s coming home” (sta tornando a casa), il leit motiv con cui gli inglesi sono riusciti probabilmente a far riunificare tutta Europa a tifare per l’Italia. “Che gioia...” Immensa, vincere questa partita in quella che gli abitanti della terra di Albione considerano la casa del calcio, del football. Eppure, la canzone “It’s coming home” è nata come una presa in giro a sé stessi prima dell’Europeo del 1996, trenta anni dopo l’unica vittoria in una fase finale di un Mondiale o di un Europeo dell’Inghilterra a Wembley. Un humour molto britannico che però è visto da molti come arroganza, soprattutto per un popolo come il nostro, più dedito alla scaramanzia che altro (mio figlio mi aveva dato un piccolo cono gelato giocattolo prima della gara degli ottavi con l’Austria a Wembley… gelato che avevo cominciato a tenere in mano poco prima del gol di Chiesa… va da sé che quel cono mi ha tenuto compagnia per tutte le altre partite, inclusa la finale). Differenze culturali che purtroppo ci sono anche all’interno dello stesso paese, come si è visto con il disgustoso razzismo con cui i giocatori dell’Inghilterra che hanno sbagliato i rigori con l’Italia sono stati colpiti subito dopo la partita. Ci sono stati degli arresti per i colpevoli di questi insulti obbrobriosi, con il primo ministro Boris Johnson a promettere di estromettere dagli stadi chiunque si macchi di razzismo. Altri hanno anche sottolineato la percepita mancanza di sportività dei giocatori inglesi che in molti casi non si sono tenuti la medaglia d’argento al collo dopo averla ricevuta. Ma vi posso assicurare che per fortuna la stragrande maggioranza ha fortemente condannato il vile razzismo, io stesso ho ricevuto congratulazioni nello stadio da tifosi inglesi e la squadra di Kane è rimasta sul campo al momento della premiazione dell’Italia. “Che gioia...” Così mi ha risposto Luca Vialli, ora capo delegazione della Nazionale, ad una email di congratulazioni. Così ricorderò per sempre Italia – Inghilterra, finale dell’Europeo 2020, a Wembley. Congratulazioni Azzurri!

Massimo Marinelli