Dialogo

Le isole ecologiche e la protesta

Isola ecologica

Isola ecologica

Sale la protesta per le isole ecologiche. C’è chi si lamenta della mancanza del cosiddetto porta a porta che priva la cittadinanza di un servizio essenziale. Gli organizzatori di una festa, la scorsa settimana hanno dovuto chiamare un addetto, pagandolo 80 euro, per togliere il materiale che era stato lasciato all’interno di più stanze. Viene contestata la presenza dell’isola ecologica nello spiazzo di San Nicolò (considerato non adeguato), così come in Piazza Manin. L’amministrazione comunale è stata allertata nell’ipotesi in cui venisse deciso di inserire l’isola in Piazza Savoia, davanti ad una chiesa e al palazzo di proprietà della famiglia Cardinaletti. Alcuni spazi, cioè, non sono ritenuti idonei al bisogno di portare a termine questa nuova soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. Risulta complicato per gli anziani il metodo di approccio con i nuovi cassonetti e con una pratica che comprende l’inserimento di un badge. In altre città si verifica immancabilmente la stessa scena: isole ecologiche cosparse di anonimi sacchetti di residuo e spazzatura di ogni genere, da vecchi giocattoli a interi divani. In alcune isole non si fa in tempo passare anche più volte al giorno che qualcuno ha già lasciato di nuovo la sua spazzatura. Questo inconveniente è molto frustrante, anche perché dà l'impressione che non si faccia bene il lavoro. E’ da augurarsi che a Fabriano non accada qualcosa di simile. Da verificare anche che dalle analisi periodiche non risulti che qualcuno abbandona il sacchetto vicino alla campana, ma lo getta all’interno, evidentemente per destare meno sospetti. Questo gesto compromette tutto il lavoro perché contamina i materiali riciclabili. Solo con il tempo sarà possibile verificare se la raccolta avrà prodotto i frutti sperati o se emergeranno problemi da risolvere.