Chiesa

Chiese: velocizzare i tempi per la ricostruzione

Il Vescovo Russo durante l'audizione alla Camera

Il Vescovo Russo durante l'audizione alla Camera

Dopo 22 mesi la ricostruzione post sisma è più urgente che mai e le diocesi hanno chiesto di accelerare l’iter che porta alla riapertura dei luoghi di culto rendendo le Diocesi “soggetti attuatori”. Il Vescovo di Fabriano-Matelica, Stefano Russo, in qualità Co-Presidente dell’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà ecclesiastica, ha chiesto la possibilità di agire in regime privato sulle chiese. L’obiettivo è uno solo: velocizzare i tempi della ricostruzione delle chiese. La richiesta, avanzata all’Ufficio di presidenza della Commissione speciale per l’esame degli atti urgenti presentati dal governo al Senato, è stata approvata. Nei giorni scorsi l’iter è arrivato alla Camera dove il presule è potuto intervenire come rappresentante della Conferenza Episcopale italiana.  "Siamo qui a rappresentarvi un’esigenza decisiva per le nostre diocesi – ha detto il presule.- Gli strumenti finora approntati dal legislatore hanno fallito l’obiettivo di garantire una pronta ricostruzione: ad oggi gli interventi di messa in sicurezza non risultano ancora integralmente attuati, mentre quelli di ricostruzione non risultano nemmeno iniziati. Tutte le diocesi ferite dal sisma riscontrano problemi nell’interfacciarsi con gli uffici speciali per la ricostruzione". Alla Camera dei Deputati mons. Russo ha chiesto "un tavolo tecnico di lavoro presso la struttura commissariale, per definire le procedure di ricostruzione inerenti gli interventi di competenza delle Diocesi di importo compreso tra gli 500.000 euro e la soglia di rilevanza europea e che gli interventi di ricostruzione di importo non superiore a questa cifra seguano il regime della ricostruzione privata". Il presule ha ricordato, poi, la drammaticità del sisma: "Nel centro Italia ci sono più di 3 mila chiese danneggiate". Poi la soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento al Senato che permette alle Diocesi di diventare “soggetti attuatori” e l’allarme: "Gli interventi di messa in sicurezza non risultano ancora integralmente attuati, quelli di ricostruzione nemmeno iniziati. Le Diocesi riscontrano problemi quotidiani nell’interfacciarsi con gli Uffici per la ricostruzione”.
Resta il fatto, però, che ad oggi, solo nella diocesi della città della carta, sono più di 40 le chiese inagibili senza considerare le case parrocchiali. Solo cinque quelle riaperte: la Cattedrale di Fabriano, San Benedetto, la Concattedrale di Matelica, San Nicolò e la chiesa di Marischio. Il vescovo nel corso dell’audizione ha spiegato che questo riconoscimento di rendere le diocesi “soggetti attuatori” ha di fatto assoggettato le stesse chiese locali a una disciplina della ricostruzione pubblica complessa sia sul piano organizzativo che economico. Per quel che riguarda Fabriano nell’ordinanza 23 sono state inserite le chiese di Santa Maria in Campo di Fabriano e Santa Maria di Domo per un importo di 275.000: saranno le prime ad essere sistemate.