Dialogo

L'esempio di don Milani

Partendo dal presupposto che “formarsi è un dovere per chi forma”, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc) di Fabriano, ha promosso una conferenza il 4 maggio per ricordare la pedagogia di don Milani, a cento anni dalla sua nascita, con un relatore di eccezione: Edoardo Martinelli, ex allievo del Priore. La proposta è stata ben accolta da diversi docenti di ogni ordine di scuola, da studenti e da persone che hanno memoria dell’eccezionalità di questo grande uomo, intervenuti presso l’Aula Magna dell’I.I.S. “Morea” di Fabriano, cortesemente concessa. Hanno aperto l’incontro la dott.ssa Dilia Spuri, assessore al Welfare di Fabriano, con parole di stima e di conoscenza della figura ricordata e, a seguire, don Antonio Ivan Esposito, parroco della Cattedrale e Assistente spirituale dell’Aimc, il quale, riprendendo dal titolo dell’evento (“…la Parola è la chiave fatata che apre ogni porta”), ci ha introdotti al grande valore del “Logos” citando san Giovanni, e portando i saluti del nostro Vescovo. Edoardo Martinelli anche attraverso la sua storia personale ci ha illustrato il metodo utilizzato con grande successo nella scuola di Barbiana, a partire dai bisogni e dal vissuto di ogni ragazzo per raggiungere motivazione alla conoscenza. Si trattava, in sostanza, di un insegnamento mosso da una sorta di improvvisazione, per poi spaziare in altri campi che l'argomento trattato andava a toccare. Ciò aveva comunque il pregio di partire sempre da questioni che i ragazzi avevano a cuore; quindi suscitavano grande interesse e facilitavano il coinvolgimento operativo, a livello di approfondimento culturale dei contenuti, ma anche a livello pratico e manipolativo per conoscere costruendo cose. Da qui è stato poi facile passare direttamente alla formazione professionale, che era quella più richiesta negli anni 60-70, per aiutare i giovani a inserirsi nel mondo del lavoro. Tuttavia il successo maggiore che la proposta educativa della scuola di Barbiana ha riscosso e continua ad avere, si basa sul fatto che l'obiettivo principale che lui si poneva era la formazione integrale della personalità di ciascun allievo, affinchè potesse diventare un cittadino consapevole dei propri diritti e doveri. L'aspetto educativo su cui puntava maggiormente don Milani, era la chiarezza e l'arricchimento del linguaggio per consentire ai giovani di capire e conoscere sempre meglio la realtà e poter interagire e comunicare bene con gli altri: non più la lezione frontale dalla cattedra inseguendo le pagine del libro di testo ma partendo dalla cultura informale dei ragazzi procedeva liberamente su percorsi di ricerca- azione fino a raggiungere gli obiettivi curricolari: è emerso tutto lo spessore culturale e spirituale di don Lorenzo! “La cosa più interessante, lo fu anche per me a Barbiana - dice Martinelli - è l’apprendimento cooperativo: proprio perché dai e ricevi nel gruppo l’identità e lentamente ti conduce ad essere sempre più protagonista e ad avere una forte autostima”. Molto significativa l'affermazione di don Milani, citata dal relatore, che chiarisce bene l'attaccamento del Priore al paese che l'aveva accolto, quando dice: “Devo il miracolo di Barbiana alla cultura contadina sobria e inclusiva”. La scuola di Barbiana, quindi, non poteva nascere che lì e in quel preciso momento storico, così lontana dal boom economico e sociale che in quegli anni l’Italia stava vivendo. Verrebbe da dire, allora, che l’esperienza sia irripetibile e oramai sorpassata. Eppure tra i paesi Ue, il nostro è uno di quelli dove il problema degli abbandoni precoci rimane più consistente. Nel 2021 siamo stati la terza nazione con più abbandoni (12,7%), dopo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%) e l’analfabetismo funzionale ha raggiunto il 27,7%… L’emergenza educativa la cogliamo ogni giorno leggendo un giornale o accendendo un qualsiasi media. La scuola è in affanno e tutti noi, educatori, insegnanti, genitori, siamo chiamati in causa per tornare ad un tempo in cui l’alunno, la persona e i suoi bisogni, tornino in primo piano e poter dire loro: I care! Per ottenere ciò, occorre che gli insegnanti si aprano ad un processo generativo che partendo dall’analisi della situazione attuale, porti ad una continua ricerca e sperimentazione di buone pratiche educative, stimolando creatività e aiuto reciproco pur non demonizzando il digitale. Edoardo Martinelli è promotore del progetto Barbiana 2040 aperto a tutte le scuole e a tutti gli insegnanti, in collaborazione anche con i genitori: è un tentativo di attualizzare la didattica di don Milani, costruendo una pedagogia della cura in antitesi a quella del profitto. Ed è proprio da questa sfida che dobbiamo ripartire tutti.

Maria Rita Tulli, presidente sezione Aimc Fabriano