Dialogo

Non solo pediatria

Il gran caldo di queste giornate non ha scoraggiato la partecipazione all'incontro sulla sanità tenutosi a Fabriano il 28 giugno scorso presso il teatro San Giovanni Bosco. L'Assemblea ha riscosso un buon successo. È stata seguita, data la posta in gioco, con molta attenzione dai cittadini presenti, che hanno offerto un appassionato contributo al dibattito. I dirigenti dell’ASUR e della Regione, invitati tra gli altri a partecipare, non si sono fatti vivi nè personalmente nè attraverso loro delegati. Non è stato quindi possibile consegnare direttamente al Presidente Luca Ceriscioli la Petizione, il documento, cioè, a sostegno della riapertura del reparto di Pediatria, ampiamente circolato in tutto il territorio e sottoscritto da migliaia di cittadini. Vogliamo ricordare, per inciso, che la Petizione non è un semplice sollecito, ma un diritto pienamente legittimato dallo statuto della regione Marche. Si è provveduto così ad inviare l'istanza per via telematica all’ufficio di Presidenza della regione accompagnandola con l'attestazione da parte del Comune di Fabriano delle circa 8000 adesioni fino ad allora raccolte. Una risposta, dunque, una mobilitazione massiccia, spontanea che evidenzia la consapevolezza della rilevanza delle questioni sul tappeto e che esprime la preoccupazione diffusa per uno scadimento progressivo della tutela della salute nel nostro territorio. La discussione in Assemblea ha riguardato, in primo luogo, l'urgenza della riapertura del reparto di Pediatria dell'Ospedale E. Profili. Si è rimarcato, e con forza, che ben 7823 bambini in età pediatrica devono fare riferimento per le loro cure a Jesi oppure a Branca, nell'Umbria. Un dato impressionante, che si commenta da solo. É facile immaginare l'ansia che può assalire le famiglie, soprattutto in caso di emergenza, per la distanza dei luoghi indicati, viste anche le precarie condizioni della viabilità. Il dibattito si è poi allargato dalla Pediatria alla considerazione di come il diritto alla salute venga soddisfatto sempre meno nell'area montana. Le nuove generazioni e le vecchie, tutte, si trovano scarsamente tutelate a causa di una programmazione inefficiente e del continuo svuotamento delle strutture ospedaliere. Occorre sottolineare che non sono emerse sterili lamentele e proteste. Sono state esposte riflessioni lucide, dignitose, ragionate unitamente a progetti concreti. La prima proposta. Appare ormai matura la necessità, ora che è in corso di elaborazione il Piano sanitario regionale, di una articolazione territoriale, che abbandoni la obsoleta visione della artificiosa delimitazione provinciale. Esamini piuttosto un diverso modello dettato nel caso da autentiche specificità. Insomma, per intenderci, il progetto è quello di dar vita ad una autonoma Area Vasta Montana, tale da abbracciare un ampio bacino da Pergola a Camerino. Un soggetto di questo tipo è in grado di essere più vicino ai bisogni sanitari e di gestire efficacemente, ove dotato di risorse adeguate, una struttura sanitaria di primo livello. Ma c'è di più. Tale soggetto sarebbe in grado di intervenire attraverso politiche coordinate e sinergiche dei Comuni partecipanti in ordine ad una serie di sofferenze che stanno caratterizzando le aree montane e pedemontane. Facciamo riferimento al lento e progressivo spopolamento, alla rete dei trasporti (viabilità, strade ferrate), al mercato del lavoro, alle attività produttive, al sistema formativo, alle infrastrutture informatiche e quanto altro. Va apprezzato il fatto che i Sindaci presenti in Assemblea hanno riconosciuto le ricche potenzialità insite nel progetto, così come delineato, di una Zona Montana autonoma, dichiarandosi disponibili ad attivarsi anche nei confronti dei Sindaci dei comuni vicini. Ed un'altra proposta ancora è stata formulata. La costituzione, cioè, da subito di un Comitato cittadino espressione della società civile con lo scopo di dare voce ragionevole alle problematiche e alle criticità esistenti. Tale organismo dovrebbe allargarsi quindi, e a breve, in un Comitato di tutta l'area montana, a partire dai comuni dell’Unione Montana fino ad estenderlo ai comuni limitrofi superando i confini delle ormai desuete Province.

Vinicio Arteconi