Cronaca

Una vita da social: campagna educativa

Nella mattinata di venerdì 30 maggio, il Truck della Polizia Postale ha fatto sosta a Fabriano. Si tratta dell’XI edizione (relativa all’Anno Scolastico 2023/2024) di “Una Vita da Social”, la più importante e vasta campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”. Un tour dal titolo evocativo, con molte tappe sul territorio nazionale, tra cui appunto Fabriano. In campo sono scese le forze dell’ordine di Polizia Postale e Polizia Stradale per parlare direttamente dei pericoli concreti del web con i giovanissimi, che troppo spesso agiscono senza avere chiara consapevolezza dei rischi e delle conseguenze anche penali in cui si può incorrere utilizzando i social nella maniera sbagliata. Nella splendida cornice di Piazza della Repubblica il Truck, allestito all’interno con comodi posti a sedere e maxi schermo per illustrare ai nostri giovani studenti, anche tramite video, rischi, insidie e comportamenti da evitare nell’uso dei social e della rete, ha stazionato per l’intera mattinata. Ospiti sono stati gli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di I grado “Giovanni Paolo II” dell’Istituto Comprensivo “Moro-Carloni”, da sempre attento alle dinamiche di bullismo e alla loro prevenzione, grazie a incontri formativi ed informativi che vengono proposti già da alcuni anni, rivolti agli studenti. Poiché il Truck ha una capienza limitata a cinquanta posti, le classi hanno seguito una turnazione oraria che ha permesso ad ogni classe di assistere ad una lezione partecipata ed interattiva di circa un’ora per ciascuna classe. Gli operatori della Polizia Postale hanno presentato in maniera esplicita i rischi connessi ad un uso irresponsabile del web, a cui troppo spesso i nostri ragazzi accedono senza avere chiara consapevolezza delle trasgressioni in cui si può incorrere. “Lavoriamo per voi ragazzi e per formare cittadini consapevoli: voi siete il nostro futuro”, ha rimarcato più volte l’Ispettore Morici della Polizia Postale che, insieme all’Ispettore Brandi e ad altri motivati colleghi, hanno parlato ai ragazzi di vari aspetti dei pericoli annessi al web. Focus è stato l’hate speech e la “normalizzazione” dell’odio: il linguaggio utilizzato in Rete è sempre più espressione di sentimenti di odio e intolleranza che vengono percepiti come normali; si sta perdendo la sensibilità verso l’uso offensivo di parole che non vengono più percepite come denigratorie e laceranti, ma “normali”. La polizia ha fatto notare come alla base ci sia un sempre più diffuso pregiudizio verso ogni realtà che viene considerata come “diversa” e, quindi, da escludere, screditare, infamare. C’è bisogno di correggere il tiro, e questo si può fare solo attraverso una capillare informazione ed educazione che provenga da Organi dello Stato che lavorano nel settore, famiglia, scuola, e non necessariamente in quest’ordine. C’è bisogno di una sinergia di interventi per aiutare questi ragazzi che vengono definiti “Nativi Digitali” a superare il baratro che può essere causato da una non accortezza e da un non utilizzo del pensiero critico quando ci si accosta al web. L’obiettivo è uno solo: fare in modo che tutte le forme di prevaricazione connesse a un uso distorto della Rete non facciano più vittime; in una parola: ritornare a mettere in primo piano i sentimenti di empatia, solidarietà, tolleranza, comprensione, valori che troppo spesso nella storia sono stati messi in discussione. Per questo, gli operatori hanno fornito indicazioni chiare sulla navigazione: troppi non sanno ad esempio che una semplice foto, anche se postata e poi cancellata, viene invece immessa in un vortice di condivisioni da cui non è più possibile tornare indietro, con conseguenze anche penali. L’invito è di “non vergognarsi, chiedere aiuto, fidarsi degli adulti, dei docenti, dei genitori, e denunciare senza cedere alla tentazione di rimanere vittime nascoste nel buio della solitudine”. In campo, all’esterno, nell’ambito del tema educativo “In Strada come in Rete”, è scesa anche la Polizia Stradale, per sensibilizzare i ragazzi sui pericoli connessi alla circolazione stradale. Gli alunni hanno dimostrato di comprendere la serietà dell’iniziativa, a cui hanno partecipato con interesse, rivolgendo domande agli operatori e interagendo con serietà e maturità. La scuola ha potuto partecipare grazie alla solerte attività del gruppo di docenti dell’Istituto Moro – Carloni che si occupano di prevenzione e contrasto al bullismo e cyberbullismo, e all’appoggio del dirigente Giosuè Rosini, il quale pone molta cura alle iniziative formative della nostra scuola.