Cronaca

Terzo Settore, che novità!

Il terzo settore vede la rivoluzione: una riforma radicale, ma necessaria. I regimi fiscali previsti per gli enti no profit saranno presto “rottamati”. La nuova legge contenuta in tre decreti legislativi, nella quale viene istituito il nuovo codice del terzo settore, si pone l’obiettivo di portare organicità, uniformità e ordine. Si tratta tuttavia di una manovra articolata, che ha subito recentemente l’intervento di decreti correttivi (al vaglio anche della Commissione Europea) e che, prima di entrare pienamente a regime (1° gennaio 2019 o addirittura 2020), attende ancora un nutrito numero di decreti attuativi. Verranno abrogate diverse normative, tra cui leggi storiche come quella sul volontariato (266/91) e quella sulle associazioni di promozione sociale (383/2000), senza escludere la “legge sulle Onlus” (460/97). Il ginepraio di regimi verrà sostituito da unico registro nazionale, il cosiddetto RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), l’accesso al quale rimane tuttavia facoltativo, ma necessario per fruire delle agevolazioni fiscali proposte dalla normativa, tra cui l’attribuzione del 5 per mille. Ogni ente effettuerà una valutazione di convenienza riguardo l’ingresso nel Registro (bilanciando le agevolazioni con i maggiori costi di gestione previsti), ma risulta ipotizzabile come molti enti decideranno di non aderirvi. Oltre a quelli esclusi dalla legge delega quali fondazioni bancarie, associazioni sindacali e partiti politici, anche le Associazione Sportive Dilettantistiche (Asd) potranno rimanere assoggettate al regime di favore vigente previsto dalla Legge n. 398/1991, poiché non sarà abrogato. Quali sono quindi le associazioni coinvolte? Principalmente le Organizzazioni di Volontariato (OdV), le Associazione di Promozione Sociale (Aps) e le Onlus, le più diffuse sul territorio. Pertanto, iscrivendosi al Registro Unico, le associazioni dovranno scegliere uno dei sette “vestiti” previsti: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali (incluse le attuali cooperative sociali), enti filantropici, reti associative, società di mutuo soccorso o altri enti (associazioni riconosciute e non, fondazioni, enti di carattere privato senza scopo di lucro diversi dalle società). Al fine di ottenere la qualifica di ente del terzo settore, l’associazione dovrà svolgere una delle ventisei attività ispirate a finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale previste dell’art. 5 del nuovo codice. Sono indicate due strade per mettersi in regola: gli enti già costituiti al 3 agosto 2017 avranno a disposizione 24 mesi quindi fino ad agosto 2019 per adeguare i propri statuti alla nuova disciplina. Nel dettaglio, Aps e Odv saranno d’ufficio iscritte al nuovo Registro e dovranno aggiornare i dati mancanti, per evitare la cancellazione dal Registro stesso e la perdita delle agevolazioni. Mentre le Onlus dovranno chiedere l’iscrizione e quelle che decideranno di non entrare rischiano di devolvere il proprio patrimonio ad un’altra associazione. I nuovi enti, costituiti dopo il 3 agosto 2017, invece, dovranno subito applicare le disposizioni della nuova normativa. Quali sono le agevolazioni? Le esenzioni per Imu e Tasi restano confermate, come nella normativa precedente. Rispetto al passato, qualunque ente del Terzo settore iscritto al Registro potrà beneficiare del 5 per mille. Cambia anche la tassazione, calcolata in base a coefficienti forfetari. E poi diversi incentivi per chi effettua donazioni: detrazione pari al 30% per le erogazioni liberali all’ente ed è previsto un “social bonus” in favore di chi sosterrà gli enti no profit che si dedicheranno al recupero di immobili pubblici inutilizzati o confiscati alla criminalità. Reperire capitali sarà ora più semplice: nascono i “titoli di solidarietà”, assimilati alle obbligazioni, emessi dagli istituti di credito destinati a favorire il finanziamento e il sostegno delle attività svolte da enti del Terzo settore. Oltre alla costituzione di un Fondo per il finanziamento di progetti di attività di interesse generale nel terzo settore. Dopo aver snocciolato i pro, vediamo anche i rovesci della medaglia: scatta l’obbligo per tutti gli enti del terzo settore di redigere un bilancio di esercizio, ma per quelli che non superano i 220 mila euro di ricavi basta un semplice rendiconto di cassa. Chi supera tale soglia dovrà anche pubblicare l’ammontare dei corrispettivi percepiti dalle figure apicali. Ai fini della trasparenza e nell’interesse dei portatori d’interesse, gli enti che superano determinati limiti saranno soggetti a controlli più stringenti, quali la nomina dell’organo di controllo e del revisore legale (quest’ultimo oltre il milione di euro di ricavi). La normativa non è ancora definitiva, ma la sua struttura è tracciata, subirà ancora qualche ritocco. Il suggerimento è quello di anticipare i tempi previsti dalla scadenza per ottemperare agli obblighi di legge, al fine di effettuare le opportune valutazioni in base al caso specifico. Le opportunità e le potenzialità apportate dalla riforma sono considerevoli e sprecarle sarebbe un peccato.

300 ASSOCIAZIONI NO PROFIT SUL TERRITORIO

Il nostro Paese ha da sempre sentito un forte attaccamento verso l’associazionismo: non è un caso che esistano più di 330 mila istituzioni no profit attive. La fetta più grande opera nell’assistenza sociale (52%) e nella beneficienza (19%). Sempre più forte e calzante è il dettato dell’art. 118 della Costituzione in cui gli enti e le istituzioni hanno il compito di favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini singoli e associati per rispondere al principio della sussidiarietà. Il tessuto sociale di Fabriano è ricco di enti no profit: un legame che parte da oltre un centinaio di anni fa, quando sono nate le prime associazione nella città della carta e che tuttora continuano a crescere svolgendo attività culturali, di volontariato, di valorizzazione artistica, di formazione, ecc... Piccole realtà che hanno permesso a Fabriano, per anni città dedita all’industria, di far emergere la sua vocazione associazionistica. Se ne contano più di 300 enti no profit tra associazioni, Onlus e fondazioni. Il sindaco Santarelli afferma che l’amministrazione comunale da lui guidata non farà mancare il sostegno alla cittadinanza, organizzando degli incontri per illustrare alle associazioni le principali novità.                                                                                                                                                                                Nicolò Cammoranesi