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Addio “Pero” Skansi: allenò il Fabriano Basket in A1 nel 1984/85

Pero Skansi alla guida dell'Honky Fabriano Basket in serie A1 nel 1984/85

Pero Skansi alla guida dell'Honky Fabriano Basket in serie A1 nel 1984/85

FABRIANO - E’ scomparso oggi, 4 aprile, Petar “Pero” Skansi. Un grande nome del basket, prima come giocatore e poi come allenatore. Aveva 78 anni ed era malato da tempo, nelle ultime settimane si era aggravato.

Classe 1943, jugoslavo - croato dal 1992 - da atleta è stato un pivot di 206 centimetri con la Nazionale del suo paese, con la Jugoplastika Spalato e in Italia a Pesaro.

Da allenatore ha guidato la stessa Pesaro alla vittoria della Coppa delle Coppe (1983) e a una finale Scudetto, ha vinto il primo Scudetto nella storia della Benetton Treviso (1992) e con i “verdi” anche la Coppa Italia (1993), ha condotto la Croazia a sfidare il “vero” Dream Team nella finale per l’oro alle Olimpiadi di Barcellona ’92, con la Fortitudo Bologna è arrivato a “tanto così” dal vincere un altro Scudetto nel 1998 (sconfitto in gara-5 di finale dai “cugini” della Virtus con il famoso tiro da “quattro” di Danilovic).

Ha allenato un campionato anche al Fabriano Basket, in serie A1, nel 1984/85: una stagione difficile, potremmo definire di “cerniera” tra la fine dell’era Honky e del costruttore Enzo Carnevali che passava la mano alla gestione societaria dell’industriale Giuliano Ceresani.

Campionato, dicevamo, avaro di successi (5 vittorie e 25 sconfitte), terminato con un solo americano per la partenza di Tom Owens durante la stagione, ma che comunque coach Skansi ricorderà con affetto nel libro “Slavi d’Italia - Trionfi e misteri” scritto da Marco Valenza nel 1998.

«Fabriano era una realtà simile a Venezia - sono le parole di Skansi nel libro: - c’era tutto per far bene, ma il club si sfaldò durante la stagione. Si era già deciso di andare in A2 e il mio compito era traghettare la squadra verso la retrocessione nel modo più sereno possibile, dando un’impronta al lavoro che comunque facevamo. Scoprii, ad esempio, un Mark Crow serissimo professionista».

“Pero”, uomo dai mille interessi oltre al basket, e acuto osservatore della realtà, parlò a Marco Valenza anche della sua esperienza fabrianese al di fuori del palasport: «E scoprii una comunità molto laboriosa, che si era adattata tra le montagne a vivere una vita di grande qualità. Mia figlia, che oggi insegna italiano a Lubiana, ha frequentato il Liceo Classico a Fabriano traendo là la spinta fondamentale per la sua scelta professionale».

E proprio a Lubiana, oggi, si è spento coach Skansi. Anche se il mare di Opatija era la sua dimora preferita, tra splendidi tramonti e le amate barche a vela.

Ferruccio Cocco