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Federica e Simone Stroppa in una maratona... epica!

Simone e Federica Stroppa alla maratona di Venezia

Simone e Federica Stroppa alla maratona di Venezia

FABRIANO - La 33a edizione della maratona di Venezia sarà ricordata per l’acqua alta che non a fermato i 13 mila podisti. Per il nostro gruppo è stata una maratona epica. La Inix Sport e l’Unitalsi marchigiana hanno realizzato un altro sogno, per quanto mi riguarda ben due. Dalle Marche siamo partiti in sette con il pulmino  della sottosezione Unitalsi di Fabriano. Due disabili (Vittorio Socci e Federica Stroppa) e due spingitori (Massimo Graciotti e Simone Stroppa), due assistenti in bicicletta (Paolo Caioni e Roberto Capretta) e la nostra accompagnatrice Emanuela Tiberi. A causa delle condizioni meteo molto incerte ci sono stati alcuni ritiri dell’ultima ora. Alla partenza da Strà, quattro gli spinti e undici gli spingitori con un tempo da lupi visto che la pioggia sembrava non doverci dare tregua. Stavo per vivere il momento che avevo tanto sognato: correre con mio fratello. Sulla griglia di partenza, l’emozione era palpabile. Alle 9.15 ci viene dato il via da Villa Pisani, l’avventura dei due fratelli Stroppa inizia con un timido sole a farci compagnia e al grido “su le mani!”. Finalmente si corre insieme e anche ad un passo molto sostenuto. Dopo aver fatto sfilare i professionisti e gli handibiker, riprendiamo il nostro passo, anzi riprendono, visto che Simone si dà il cambio con Maurizio Galiberti ogni 5 chilometri. Si scherza in gruppo visto che stiamo andando forte e in lontananza si vedono i palloncini che indicano le 5 ore di media. Lungo il percorso si attraversa tutta la Riviera del Brenta, i paesi prendono vita grazie alle “band musicali” ed alla gente che grida “bravi tosi!”. Sul ciglio della strada i bambini attendevano di avere un “cinque” da tutti i partecipanti: che bello vedere i loro sorrisi e le loro voci che dicevano “bravi!”. Attraversiamo il centro di Marghera e Mestre per poi percorrere i due chilometri del Parco San Giuliano dove è cominciato a  piovere e ad alzarsi un vento molto forte, ma niente ci poteva preparare a quello che avremmo trovato sul Ponte della Libertà… I quattro chilometri più lunghi della maratona, in lotta contro un vento fortissimo! Non si riusciva a correre visto che si faceva un passo avanti e tre indietro, i k-way e i cappelli volavano  facendoci fermare continuamente. Mio fratello ed io ci chiedevamo a vicenda se andava tutto bene. Arrivati ai meno 5 chilometri, l’ultimo ostacolo: i volontari  della Protezione Civile ci sconsigliano di entrare a Venezia a causa dell’acqua  alta. Non c’è voluto molto a decidere: tutti - spingitori e spinti - volevano arrivare fino in fondo a questa maratona! Abbiamo cercato di proteggerci il più possibile dall’acqua, io con l’aiuto di mio fratello e Francesco mi sono ritrovata con le gambe infilate in un sacco della spazzatura per potermi “tuffare” negli ultimi chilometri. Il percorso è stato modificato, non siamo passati a piazza San Marco, ma a Riva degli Schiavoni. Superare il primo ponte è stato letteralmente come tuffarsi, visto che mio fratello e Stefano Salvin avevano l’acqua alle caviglie. E’ stato surreale ed emozionante vedere il traguardo a Riva dei Sette Martiri e gridare “e vai!” è stato liberatorio. Questo gruppo eroico di spingitori e spinti che hanno voluto superare tutte le avversità che questa maratona ha presentato - dalla pioggia al vento all’acqua alta - ha terminato il suo percorso in 6 ore 18 minuti e 38 secondi. Correre con mio fratello è stato magnifico, emozionante, rassicurante: il nostro abbraccio all’arrivo ha racchiuso tutta la gioia e la fatica dei 42 chilometri percorsi. Per entrambi è stata la realizzazione di un sogno. Come dice Simone, abbiamo corso fianco a fianco: “È stata un'esperienza bellissima, un’impresa “epica”. Nonostante la pioggia, il vento, l’acqua alta, ci mancava solo l’invasione delle cavallette! Spingere mia sorella, correre al suo fianco, sono emozioni che non dimenticherò mai. Fatica? Tanta, ma se condivisa con dei buoni compagni di viaggio si sente di meno. Ho sperimentato sulla mia pelle, grazie a voi, che non esistono situazioni impossibili, ma solo persone arrendevoli”.